Il raddrizzamento fotografico
E' una tecnica che permette di trasformare una prospettiva generica
in una prospettiva centrale, quindi ad un solo
punto di fuga. I programmi che realizzano il raddrizzamento eseguono il
ricampionamento di un'immagine per trasformarla
da proiezione prospettica generica a proiezione prospettica ad un punto
di fuga. In particolare l'unico punto di fuga
che rimane e non può essere eliminato è quello relativo alla direzione
perpendicolare al piano del raddrizzamento.
Analizziamo quanto detto alla luce della conoscenza del modello geometrico
pin-hole. La vista prospettica sull'immagine
è dovuta alla posizione da cui viene osservato l'oggetto del rilievo.
Non dipende solo dalla posizione (x,y,z) del
punto CP (centro di proiezione) ma anche dalla rotazione della fotocamera
rispetto all'oggetto. Per essere più
precisi dipende dall'inclinazione del piano su cui verra a formarsi
l'immagine rispetto all'oggetto.
Se il negativo (o lastra per dirla nel gergo della fotogrammetria)
o il sensore CCD di cui sono munite le odierne fotocamere
digitali, fosse perfettamente parallelo alla superficie che vogliamo
rilevare, l'immagine che su esso si forma altro non sarebbe
che una copia scalata ma del tutto simile all'originale.
I programmi di raddrizzamento tramite diverse tecniche che utilizzano
punti di appoggio o vincoli geometrici
si riconducono al caso di presa con lastra parallela alla superficie dell'oggetto,
"spostando" i pixel dell'immagine originale (raddrizzamento digitale) nella posizione corretta. In tal modo l'oggetto reale e l'immagine
raddrizzata sono diversi solo per un rapporto di
scala, che può essere calcolato conoscendo almeno una misura nota sull'oggetto reale.
Ma proprio perchè la lastra è costituita da un piano unico, tale relazione
può essere determinata per un piano alla volta.
Tale piano viene detto fotopiano di raddrizzamento ed è l'unico
su cui la correzione è valida. Tutti i piani paralleli
al fotopiano ma a diversa profondità dall'osservatore risulteranno a
scala diversa, pur essendo raddrizzati.
Esempio di fotoraddrizzamento su oggetto non planare. Si notino gli spostamenti degli aggetti
nell'immagine raddrizzata, a differenza di quanto accade in una ortofoto, la
cui produzione richiede però la conoscenza della geometria dell'oggetto.